Birra Messina, sapore di Sicilia

Quando penso alla Sicilitudine torno al ricordo dei miei nonni.

Ho avuto sin da piccola la fortuna di vivere a contatto con queste figure di grande cultura e di grande esperienza che mi hanno fatto apprezzare l’importanza delle mie origini e della terra a cui appartengo. I miei nonni sono sempre stati per me la roccaforte in cui mi rifugiavo ascoltando le loro storie tutte siciliane, fatte di ricordi, di profumi, di ricette al sapore di mandorla, di libri vecchi impilati sui comodini, di foto in bianco e nero con i bordi arrotondati.

Mio nonno mi diceva sempre “Raffaella ovunque andrai nella vita tu sarai siciliana sempre e comunque, perché questa è una terra che non si scorda, proverai a fuggire, a sfuggirle, ma come il canto delle sirene lei ti richiamerà a sé”.

Da piccola lo ascoltavo e non capivo, mentre guardavo sdraiata sul tappeto con occhi sognanti l’Atlante, così grande e misterioso e il desiderio che avevo, e che ancora ho spesso tuttora, è sempre quello della fuga. Ho voglia di scoprirlo il mondo, di andar fuori dalla mia isola a tre punte per vedere, per fotografare, per assaporare mondi nuovi.

Però mio nonno aveva ragione, la mia isola, la mia bistrattata e bellissima terra natia mi è entrata talmente nelle viscere che mi ha contagiata, mi ha riempito l’anima in modo che non riesco a non amarla.

Avendo studiato fuori per qualche anno ai tempi dell’università mi confrontavo spesso con l’idea che gli “altri” avevano della Sicilia. Per molti era la terra del mare cristallino, della lava bollente dell’Etna e del cibo buono e bello. 

Sicilia, Sicilitudine e Sicilianità, quando penso alla mia isola mi si apre sempre un mondo immenso di immagini e sensazioni.

La salsedine sulla mia pelle di bambina, seduta sugli scogli di pietra lavica in cui se non impari a camminarci da piccola non ci riuscirai mai. I panni stesi al sole nelle viuzze della mia Acireale, con il silenzio e la pace delle due del pomeriggio dei giorni d’estate. L’odore di centinaia di libri vecchi nello studio di mio nonno e la sua lente di ingrandimento adagiata su un libro aperto. Il sapore fresco e dolce della prima granita di stagione all’uscita da scuola. La terra che trema quando Idda, sua maestà l’Etna, decide di ricordarci che lei è sempre li che ci sorveglia. Le mani rugose degli artigiani delle botteghe, che sono lì da sempre in un tempo senza fine, tramandando tradizioni che non possono andare perse. Il regalo dei morti il due di novembre, e l’agnellino di zucchero il giorno di Pasqua. La polvere di terra africana che si solleva dal suolo quando lo scirocco soffia indolente.  Il bianco delle saline, il giallo dello zolfo, il verde dei carrubi, il rosso purpureo della lava.

La mia Sicilia si racchiude anche in piccoli ma unici gesti, come quando in estate i miei nonni prendevano dal frigo la Birra Messina e aggiungevano un bel cucchiaio di granita di limone. Un gesto insolito forse ma che ne esaltava il sapore e quel gesto oggi, come fosse una eredità di famiglia, lo ripeto anche io con la nuova Birra Messina Cristalli di Sale nella quale ho riscoperto con piacere il sapore autentico della mia terra.

 Un packaging tutto nuovo che evoca la luce abbagliante delle saline dell’isola. I colori predominanti, il blu e il celeste, richiamano l’eleganza del mare e la bottiglia con una forma iconica, è un omaggio al barocco siciliano, da cui trae ispirazione. Al centro però sempre il veliero, metafora di arrivi e partenze, di commerci e scambi, di incroci di popoli e culture.

Non è un caso se questa birra è diventata un simbolo per noi siciliani.  Un simpatico artigiano, che conserva ancora una antica bottega in pieno centro a Catania, mi ha fatto notare come la Birra Messina è da sempre la birra amata dai dei siciliani: ‘la bevevo da giovane, in casa e nei bar trovavi solo lei. In effetti sin dal 1923 Birra Messina è icona di una Regione e di una città che ne rappresenta la porta di ingresso.

Un prodotto che ben si identifica con le sue origini, una birra bilanciata e strutturata con una delicata punta di sapidità e una grande morbidezza, rotondità e finezza di gusto, una ” fimmina autentica” come lo è la Sicilia.

Post Sponsorizzato da Birra Messina.

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