Istanbul, magica e misteriosa città d’oriente

Estate stagione di viaggi, valigie sul letto, corse in aereoporto e orologi messi infondo ad un cassetto.

Sicuramente è stata una estate unica per me, le mie nozze, la casa nuova e una lunga luna di miele che forse, per molti versi, esce dai canoni classici della honey moon.

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Si perchè noi dei resort vista mare non siamo proprio fan, se non camminiamo, scopriamo, vediamo mille posti nuovi non siamo contenti e quindi via per 20 giorni in giro per il mondo a scoprire due culture diametralmente  opposte.

Oggi vi racconto di Istanbul e della Turchia. Visto il periodo storico che sta vivendo, non ero molto serena prima della partenza, i telegiornali ultimamente associano questi luoghi solo a scenari di scontri  e guerre.

Per fortuna nessuna brutta sorpresa ad Istanbul ma solo il caos, la musica, i profumi unici che solo una città che vive di così tante contrapposizione può avere.

A Istanbul ho subito imparato che  il kebab in realtà è il kebap, che i gatti sono i padroni della città, santità come nell’antico Egitto. Che I turchi bevono té che neanche in Giappone, che con 1 lira turca, circa 30 dei nostri centesimi, compri tantissime cose.


Più che ‘fumare come i turchi’ conio ‘guidare come i turchi’ cioè correre come i pazzi, avrei mangiato solo Simit, ciambelline di pane ricoperte di sesamo, lo street food  è una regola di vita, non ho mai mangiato così tanto e così bene in nessuna città, tutto è più intenso, soprattutto odori e colori.

Sicuramente non mi ha affascinato il modo in cui la religione è parte costante della loro vita quotidiana, non è più cosa intima ma cosa di tutti. Non ho amato il loro modo di vedere la donna, per noi entrate secondarie nelle moschee, velo e gonna lunga, perché nel caso si dovesse intravedere il polpaccio…

Ho amato la fresca limonata alla menta, le mille spezie, i miei oggetti del gran bazar, un luogo in cui puoi ritrovarti a parlare in siciliano con i venditori e puoi lasciare il cuore appeso sulle bellissime lampade che in valigia non  entreranno mai.

Istanbul va girata senza programmi, senza guida tra le mani, ma con il naso all’insù per contare i minareti delle infinite mosche e le candele degli immensi lampadari.

Non vi parlerò di quale ristoranti andare a mangiare o in che zona è preferibile alloggiare, perchè Istanbul va vissuta anche un pò di istinto.

E’ così immensa da essere per metà europea e metà asiatica, profuma di spezie ma anche di pesce e benzina, è variopinta come le sue mattonelle e ceramiche. E’ contraddittoria e alle volte forviante, come le sue mille stradine che si incontrano e scontrano, è sicuramente più di quel che ho visto e che posso immaginare.

Su instagram altre foto #thecoloursofmyclosetinistanbul 

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